Per pubblicare su Instagram il servizio di Cappuccetto Rosso, ho optato per una cosa particolare che non avevo mai fatto prima, ovvero ho postato in maniera episodica una storia con due foto per volta. Ne sono venuti fuori 6 capitoli e una favola diversa dalla originale, una Cappuccetto Rosso a modo mio. Eccola qui per voi!
C’era una volta, neanche tanto tempo fa, una bellissima ragazza rossa di capelli che tutti chiamavano Cappuccetto Rosso, non solo per i capelli, ma anche per il mantello che portava.
Un bel giorno di mezza estate Cappuccetto Rosso decise di andare a fare un pic-nic nel bosco, ma giunta al limitare della foresta, rimase indecisa se inoltrarsi o meno nella fitta boscaglia, perchè tutto aveva un aspetto buio e insidioso fra quelle alte conifere.
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Ma Cappuccetto Rosso era una ragazza coraggiosa e non aveva paura di niente. Quindi, dopo quella prima esitazione, prese il sentiero e si inoltrò nei boschi. Camminò a lungo, estasiata dal verde riverbero del sottobosco e dai profumi inconfondibili dell’estate di montagna, quasi come se ci fosse un luogo là nel verde più scuro e denso di odori che la stesse richiamando. Proprio quando cominciava a sentirsi stanca, trovò un muretto di pietre dall’aspetto antico e vi si sedette per riposarsi. Il posto era bellissimo e Cappuccetto Rosso si abbassò il cappuccio per poter meglio ammirare quel luogo incontaminato, tuttavia sentiva che non era quello il posto che sembrava richiamarla a sè. Avrebbe riposato lì per un po’ e poi sarebbe ripartita.
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Dopo aver ripreso le forze Cappuccetto Rosso decise che era giunto il momento di abbandonare il sentiero e di inoltrarsi nel fitto della foresta, verso il luogo che sembrava richiamarla. Camminò di nuovo a lungo, quasi guidata dalla mano invisibile di una misteriosa volontà. Tutto era attutito là, come in un sogno, con la luce verde che filtrava fioca dalle cime degli alberi e gli odori inebrianti della terra umida e del muschio che le solleticavano le narici. Ad un tratto si bloccò. Era arrivata, non sapeva neanche lei dove, ma sentiva di doversi fermare lì. Attorniata da un rigoglioso sottobosco di felci e piccoli fiori viola, si sedette ai piedi di un’altissimo abete e rimase ad ammirare estasiata la bellezza di quel luogo. Dopo un tempo che parve infinito, la fame la riscosse da quella specie di ipnosi: aveva camminato tanto e ora si sentiva affamata. Allungò una mano per prendere il cibo dal suo cestino, ma mentre faceva questo gesto sentì un rumore provenire dal fitto della boscaglia vicino a lei
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Ed ecco che da una zona buia del bosco Cappuccetto Rosso vide apparire dapprima due bagliori gialli, due occhi che la fissavano immobili da una densa oscurità. Rimasero lì per un po’, simili a due piccole fiaccole nella notte, quindi con estrema lentezza i due occhi iniziarono ad avvicinarsi, guardinghi, mentre dall’oscurità emergeva un enorme e bellissimo lupo. Cappuccetto, con sua grande sorpresa, non si sentiva affatto spaventata, anzi, le sembrava di conoscere quel lupo da sempre e rimase a contemplarne la bellezza mentre l’animale la squadrava con aria indagatoria da lontano. Quello non era un normale lupo, pensò, doveva essere il Re di tutti i lupi di quella foresta incantata. Con movimenti lenti e voce gentile, Cappuccetto invitò il Re Lupo ad avvicinarsi. Il magnifico lupo sembrò accettare l’invito, seppur con qualche riluttanza, e si sedette a poca distanza dalla ragazza. Si fissarono per un po’ ma senza paura, entrambi colpiti dalla bellezza l’una dell’altro, mentre la foresta sembrava mormorare la propria approvazione a quell’incontro agitando leggermente con una dolce brezza profumata le felci del sottobosco. Dopo non molto, fu il Re Lupo a prendere l’iniziativa andando a sedersi, docile, di fianco alla sua bellissima nuova amica.
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Cappuccetto, per cementare questa nuova e curiosa amicizia, condivise con il Re Lupo il contenuto del suo cestino. Mangiarono entrambi a sazietà e di gusto, e rimasero per lungo tempo a godere della brezza che si era levata nel bosco incantato. Poi il grande lupo si alzò e dai suoi movimenti e dagli sguardi che lanciava alla ragazza, sembrava che volesse che Cappuccetto Rosso lo seguisse. Incuriosita lei si alzò e di scatto il lupo corse in avanti, voltandosi poi indietro per vedere se Cappuccetto lo stesse seguendo… voleva decisamente mostrarle qualcosa. Soddisfatto dal fatto che la ragazza stesse andando con lui, il Re Lupo rallentò la sua andatura e camminarono nella foresta per diverso tempo. Nonostante la stanchezza, Cappuccetto Rosso si sentiva felice, era come se quel meraviglioso bosco fosse da sempre casa sua, l’unico luogo a cui fosse veramente mai appartenuta. Arrivarono ad una splendida radura con erba soffice e il lupo, accortosi della stanchezza della fanciulla, si fermò e sembrò invitarla a sedersi per riposare. Lei accettò volentieri quell’invito silenzioso, si tolse le scarpe e si sedette nella verde erba profumata, mentre il Re Lupo si stendeva di fianco a lei. Il cielo estivo era di un azzurro così intenso da sembrare uscito dalla fantasia di un bambino. Quando ripresero la camminata arrivarono in breve ad un percorso scosceso. Cappuccetto non era sicura di riuscire a salire da sola, così ebbe un’idea: estrasse dal cestino una corda di cuoio che portava sempre con sé e chiese timidamente al Re Lupo: “Mi concedi di mettertela al collo? Non è per imprigionarti né per renderti mio schiavo, è solo perché tu possa aiutarmi a salire…”. Il maestoso lupo la guardò benevolo e le porse la grande testa pelosa perché lei potesse cingerla con la corda. Grazie a questo strattagemma il lupo aiutò la ragazza a salire per il sentiero e ben presto arrivarono ad un antico muretto dall’aria familiare. Cappuccetto lo riconobbe, era lo stesso muretto su cui si era riposata durante il viaggio di andata. Il Re Lupo puntò ad una parte del muretto seminascosta dalle piante: lì vi era qualcosa che lei non aveva notato prima, una antichissima stele scolpita.
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Cappuccetto Rosso scostò le piante che nascondevano in parte la stele e si chinò per poterla osservare meglio. Il lupo colse l’occasione per darle un affettuoso leccotto sulla faccia e lei, divertita, ricambiò accarezzandolo e grattandolo dietro alle folte orecchie. Mentre coccolava il Re Lupo con una mano, con l’altra cercava di pulire le antiche incisioni. Il tempo aveva levigato la pietra ma per fortuna o per qualche sorta di magia, i solchi erano rimasti ben visibili. Osservò meglio le immagini di pietra e rimase allibita. La stele ritraeva una ragazza incappucciata con le braccia alzate verso quella che sembrava una volta stellata, con al suo fianco la figura di un immenso lupo. Intorno a loro, disposti a semicerchio, una serie di altri lupi e, più esterni, gli altri animali della foresta. L’immagine dava un profondo senso di serenità ed armonia. Uno squarcio di luce illuminò le profondità della mente della ragazza: quella era lei, non poteva che essere così. Ecco perché si sentiva attratta da quella foresta, ecco perché sapeva esattamente dove andare, ed ecco perché il magnifico Re Lupo si era presentato al suo cospetto, come se la stesse aspettando dalla notte dei tempi. Si accorse che quest’ultimo ora la stava fissando, ponendole con i grandi occhi gialli una precisa domanda. La risposta non si fece attendere: “Sì… sì, rimarrò qui, il mio posto è in questa foresta incantata, ora lo so.”. Si alzò, finalmente consapevole del suo ruolo in quel mondo. Il Re Lupo si volse verso la fitta boscaglia e lanciò un ululato di richiamo; dal verde profondo comparvero ad uno ad uno diversi lupi, il branco del Re, che andarono ad attorniarli. Infine si avviarono per il sentiero che portava nei meandri della foresta incantata, inghiottiti a poco a poco dall’abbraccio dei possenti alberi. Da quel giorno non ci fu più una Cappuccetto Rosso, ma nacque una Regina Rossa della Foresta.
FINE
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